Concentrazione Giasvere

PREMESSA METODOLOGICA

Chiunque voglia intraprendere la ricerca e lo studio delle incisioni rupestri sa, già in partenza, di andare incontro ad un alto livello di aleatorietà. Ciò vale soprattutto se il campo di indagine è quello dell’arco alpino occidentale, che presenta, in genere, incisioni di difficile analisi, costituite per lo più da coppelle, canalette, vaschette e pochi altri elementi, ben diversi, comunque, da quelle ben più consistenti e a contenuto iconografico ben diverso, presenti nella valle Canonica e sulle Alpi marittime.

Questa premessa prevede, nell’ambito valchiusellese, due eccezioni, che meritano di essere considerate a sé stanti, e di cui ci occuperemo in seguito: la prima è la Pera dj cruss, sita a quota —- sul Sentiero dei Mufloni che porta al colle —–; su di essa compare un insieme di una certa, ma non completa, omogeneità di figure antropomorfe. La seconda è da qualche decina di anni considerata, senza alcuna credibile giustificazione, un insieme coerente ed organizzato di massi incisi che si sviluppa lungo l’intero percorso di quello che è stato chiamato il Sentiero delle Anime. Ce ne occuperemo proprio per contestarne l’interpretazione che ne fa un tutto progettato in maniera coordinata.

Tralasciando per il momento l’analisi di queste due eccezioni, torniamo al quadro caratterizzato nella premessa: il lavoro dei ricercatori che ci hanno preceduto ha avuto lo scopo di censire i massi incisi. Tale censimento, ben lontano dall’essere esaustivo, ha prodotto, per un verso, repertori vari indirizzati all’individuazione di categorie e, in secondo luogo, alla definizione di ipotesi relative alle funzioni delle incisioni. Il numero di queste ipotesi è estremamente alto e potrebbe essere, con un po’ di fantasia, ulteriormente allargato.

Per quanto affascinanti possano apparire, queste spiegazioni presentano il grave limite di non poter essere verificate e, quindi, risultano assolutamente inutili sul piano scientifico.

Ciò che in questa sede ci si propone è di accantonare, almeno momentaneamente, la pretesa di trovare una qualche spiegazione significativa in ordine alla funzione di coppelle e canalette, per incentrare l’attenzione sulle questioni suggerite dalla stessa realtà oggettiva: meno fantasia, quindi, e migliore organizzazione dei dati.

Sul piano metodologico ciò si traduce nell’assunzione di un approccio diverso, che impone di evitare analisi di reperti isolati, in quanto il singolo dato trasmette un numero esiguo di informazioni: sono le differenze ad incrementare considerevolmente tale numero, e le differenze emergono dai confronti.

Tenendo conto di questo, al fine di un’adeguata organizzazione dei dati, abbiamo adottato il concetto di concentrazione, con il quale vogliamo intendere un insieme più o meno numeroso di massi incisi su cui compaiono segni, che, per le loro caratteristiche formali (stile, contenuto, tecnica d’incisione, ecc.) possono essere riconosciuti come appartenenti ad un’unica categoria, più o meno strutturata. I dati raccolti ci portano a prendere atto del fatto che le concentrazioni possono interessare più siti; ciò che non può mancare è l’adiacenza geografica tra un sito e l’altro: se questa non si verificasse, saremmo costretti a parlare di più concentrazioni.

Su questa base, quindi, tanto per restare nell’ambito valchiusellese, possiamo considerare come concentrazione l’insieme dei segni incisi sulla Pera dij Cros, anche se riguarda un unico masso inciso, ma non possiamo riconoscere come concentrazione il gran numero di segni incisi sui massi del Sentiero delle Anime, che non condividono stesse caratteristiche formali. In quest’ultimo caso emerge con evidenza, e ne parleremo diffusamente in seguito che un buon numero di incisioni presenti sui diversi massi che si trovano lungo il sentiero appartengono a quella che per noi è la concentrazione del Giasvere, cge siamo in procinto di descrivere. L’anfiteatro della Serra d’Ivrea propone diverse concentrazioni; a titolo di esempio possiamo considerarne due: la prima è quella della Bessa, sulla collina morenica, caratterizzata da alcune decine di massi incisi sui quali compaiono quasi esclusivamente coppelle; la seconda si situa sull’affioramento roccioso interno all’anfiteatro, denominato Monte Appareglio, nel comune di Pavone, costituita anch’essa da un gran numero di massi coppellati. Tra le due manca la continuità spaziale, e quindi non possiamo considerarle come unica concentrazione. Oltretutto, diverso è il loro contesto geo-morfologico e diverso il contesto storico-culturale emerso dagli studi archeologici nell’uno e nell’altro caso.

Accanto al concetto di concentrazione, e ad esso correlato, abbiamo dovuto considerare quello di associazione: i massi incisi che presentano segni riconoscibili come facenti parte di una data concentrazione possono presentare associazioni con altri che appaiono sporadicamente, o una sola volta, e che non condividono le caratteristiche che definiscono la concentrazione. Tali associazioni possono essere larghe o strette: le associazioni strette si presentano quando i diversi segni sono ospitati sulla stessa superficie litica, ovviamente senza che si verifichino sovrapposizioni, che implicherebbero una cronologia relativa. Le associazioni larghe possono evidenziarsi quando segni diversi rispetto a quelli ascrivibili alla concentrazione sono presenti su massi sui quali non compaiono questi ultimi.

Considerato che, tra gli elementi che contribuiscono a definire una concentrazione, vi è anche quello della continuità spaziale, non possiamo esimerci dal considerare quello che è l’areale di diffusione della concentrazione stessa. Gli areali di diffusione di due diverse concentrazioni possono, anche se solo parzialmente, sovrapporsi.

Queste due attività di categorizzazione e di ricerca di associazioni compartecipano alla definizione delle peculiarità proprie del sito, o dei siti, nel cui ambito la concentrazione si presenta.

In altri termini, è indispensabile dare al contesto, geografico, storico e culturale, tutta l’importanza che ha. In ultima istanza i confronti possono allargarsi ad orizzonti via via sempre più vasti.

COMUNICAZIONE

Ai Sigg. Soci dell'Associazione

Con la presente si ricorda che
solo gli Associati potranno partecipare all'assemblea che si terrà il
27 APRILE 2019,
per tale motivo le quote associative dovranno essere versate entro il 29 MARZO 2019, data fissata per il consiglio direttivo.
La quota associativa è rimasta invariata a 10.00 euro anche per il 2019.

La consueta assemblea si terra il giorno:

*25 APRILE 2019 alle ore 20.30 in prima convocazione e
*27 APRILE 2019 alle ore 15.00 in seconda convocazione

nella sala consigliare
del Comune di Trausella in Piazza della Chiesa n°3

Salvatore Violante
Presidente Associazione